Il termine “Guerrilla Marketing” viene utilizzato per definire una tipologia di strategie ed attività marketing non convenzionali che sfruttano canali e strumenti low cost per massimizzare i risultati, soprattutto nel rapporto tra spese sostenute e visibilità ottenuta.
Nato negli anni’80, quasi contrapponendosi alle forme pubblicitari più tradizionali, fu teorizzato da Jay Conrad Levinson partendo da una necessità importante: organizzare attività ed iniziative marketing di successo avendo poco budget a disposizione.
Per capirne bene l’essenza, è, forse doveroso, fare proprio riferimento a quell’epoca. Erano gli anni del vero e proprio boom della pubblicità commerciale: TV, carta stampata, cartellonistica, radio, rappresentavano i media più utilizzati e gli investimenti da sostenere per una campagna non erano affatto esigui per un’azienda.
Il Guerrilla Marketing, se vogliamo, nasce così un pò in controtendenza: creatività, piccoli budget a disposizione, ma sopratutto l’idea di concentrarsi su micro-target e vere nicchie di potenziali consumatori.
L’obiettivo è quello di rafforzare la brand awareness e suscitare attenzione e stimolare il passaparola.
Levinson ha definito alcuni principi chiave del Guerilla Marketing:
- si tratta di strategie che non tengono conto di grandi budget;
- gli investimenti riguardano soprattutto tempo, energia e creatività;
- il metodo di misurazione del successo di una strategia è basato sul profitto più che sulle vendite e sulle relazioni instaurate.
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