Con l’espressione “Word of Mouth” si fa riferimento alla più antica, ma ancora molto efficace, forma di pubblicità, il passaparola.
Sebbene, spesso, anche in riferimento a tale forma di pubblicità, si parli di strategie marketing tese a trasformare i clienti migliori in ambasciatori di un brand, in realtà esso dovrebbe presupporre un’attività spontanea da parte di clienti e consumatori che descrivono prodotti e servizi a nuovi potenziali clienti.
Il termine “Word of Mouth” viene, infatti, spesso utilizzato anche in relazione al buzz marketing: in questo caso, però, è doveroso procedere con una precisazione. Mentre il buzz marketing nasce come un passaparola spontaneo, nel secondo caso, il passaparola si rafforza e si propaga anche grazie ad un’attività di presidio nel processo svolta dall’azienda/brand.
Per semplicità, in letteratura, sono state identificate tre tipologie di Word of Mouth:
- organic inter-consumer influence model: ovvero un modello di passaparola che si sviluppa tra i consumatori in modo del tutto naturale e spontaneo;
- linear marketer influence model: questa tipologia nasce più tardi rispetto alla precedente ed è maggiormente legata alla presa di coscienza da parte delle aziende di poter giocare un ruolo primario nello stimolare il passaparola, grazie alla scelta di consumatori influenti. Si tratta di un passo avanti verso il vero e proprio Word of Mouth ed una forma più primordiale dell’influencer marketing;
- network coprodution model: esso prevede un diretto coinvolgimento dell’azienda nel costruire e indirizzare il passaparola.
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