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Profilare gli utenti anonimi con la marketing personalization

3 esempi di profilazione efficace

Profilazione utente
profilare gli utenti anonimi

Come profilare gli utenti anonimi con la marketing personalization? 

Per utente anonimo normalmente si intende un utente che non si è mai registrato sul nostro sito o ecommerce e che non ci ha mai palesato le proprie generalità. Questi utenti, pur rappresentando la maggior parte dei visitatori del nostro sito, vengono generalmente ricondotti ad un medesimo gruppo indifferenziato e non viene prevista per loro alcuna personalizzazione dell’esperienza di navigazione. Ci sono in ogni caso molte informazioni di cui siamo a conoscenza e che possiamo utilizzare a questo scopo. Grazie infatti a tecnologie avanzate, che superano il tracciamento basico effettuato dai tradizionali cookies, siamo in grado di riconoscere l’utente anonimo tenendo traccia di tutte le azioni che compirà sul nostro sito, oltre che una serie di informazioni “di contesto” quali il device da cui naviga, l’area geografica ecc…

Come possiamo utilizzare queste informazioni?

Alla base di una qualsiasi strategia di marketing personalization è infatti fondamentale conoscere a chi sta interagendo con noi ed essere in grado di riconoscerlo nel caso in cui tornasse a visitarci. Conoscerlo non significa però necessariamente, come abbiamo visto, dargli un nome e un cognome; interagire con i nostri utenti anonimi non significa quindi far vivere a tutti la medesima esperienza.

L’esperienza che un utente vive all’interno del nostro sito può essere sempre personalizzata in base alle caratteristiche che contraddistinguono l’utente e gli interessi che manifesta.

Vediamo insieme alcuni esempi di informazioni che possiamo utilizzare per creare un’esperienza rilevante anche per gli anonimi:

1. Le campagne di provenienza

Che un utente provenga da una specifica campagna su un prodotto è un’ informazione fondamentale da raccogliere e analizzare per poter personalizzare, ad esempio, i prodotti e le comunicazioni mostrate all’interno del sito. Questo riuscirà a massimizzare la resa di queste visite proponendo prodotti inerenti (up-sell e cross-sell) in modo automatico, arricchendo la landing page del prodotto ricercato.

2. L’area da cui sta navigando

Anche in questo campo l’evoluzione tecnologica è stata importantissima e ci permette oggi di identificare l’area da cui navigano i nostri utenti con un ottimo grado di precisione. Nel caso in cui abbiate dei punti vendita questo può diventare uno strumento molto efficace per sfruttare in modo sinergico il sito al fine di incrementare il traffico in store. Se, ad esempio, avete una promozione attiva in un determinato punto vendita potreste comunicarla in automatico sul vostro sito a tutti gli utenti che, pur anonimi, navigano da una zona vicina al vostro punto vendita, lasciando il sito invariato per il resto degli utenti e dando a ciascuno il messaggio più rilevante.

3. I prodotti che sta guardando o che ha guardato in passato

Durante la navigazione un utente ci lascia tracce importanti dei suoi interessi: che prodotti guarda, che categorie naviga, che filtri applica? Queste sono informazioni fondamentale per segmentare anche gli utenti anonimi e poter comunicare loro in modo più appropriato e rilevante. Conoscendo infatti i prodotti di loro interesse potreste personalizzare automaticamente sia la homepage che le pagine interne del vostro sito, dando raccomandazioni legate al prodotto visto, suggerendo contenuti collegati a tale prodotto. Un’attività che è sicuramente molto efficace è inoltre quella di personalizzare i messaggi relativi alle promozioni che avete in corso: supponete di avere uno sconto del 10% sul primo acquisto, invece di declinarlo in modo generico contestualizzate il messaggio rispetto alla categoria di interesse specifica dell’utente anonimo; il valore percepito di uno sconto contestualizzato sarà sicuramente maggiore di uno generico.

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